The Voice, show o talent o cos’altro?

[banner size=”120X600″]Dopo la terza puntata del nuovo format di Rai2, The Voice of Italy, eccomi qui ad analizzare un pochino la situazione attuale del programma e del suo andamento.

Innanzitutto cos’è The Voice of Italy: un format ormai super utilizzato in tutto il mondo che prevede di individuare LA VOCE più bella del panorama nazionale (tra quelle che si presentano ai provini). In che modo?!? Ascoltandole semplicemente dando le spalle ai cantanti in modo da concentrarsi soltanto sulla loro voce.

Ma vediamo un pò a cosa è successo in queste 3 puntate: grande novità, tanta suspence, notevole emotività per il format del programma…ma, la voce?!?

Beh la puntata di ieri sera è stata secondo me emblematica sulla qualità delle scelte dei giudici. Entriamo più nello specifico:

Nel corso delle prime 2 puntate, la novità è sembrata interessante, i giudici (Noemi, Piero Pelù, Riccardo Cocciante, Raffaella Carrà) erano realmente attenti alla voce, e qualcosa di interessante si è ascoltato. Già dalla seconda puntata è cominciato a presentarsi uno strano fenomeno: il ritorno delle meteore. Mi spiego: difronte ai 4 coach si sono presentati alcuni cantanti che hanno fatto poca fortuna in altri talent (Amici soprattutto) o addirittura cantanti provenienti dai musical di Riccardo Cocciante. Intendiamoci, qualcuno di loro avrà anche una bella voce, ma la minestrina riscaldata non fa mai bene.

Secondo fattore poco incoraggiante: dopo le prime 2 puntate, le squadre dei giudici hanno cominciato a riempirsi di cantanti e ognuna ne può avere 16. Ma se dopo 2 puntate una squadra ha già 13-14 elementi, come posso scegliere in libertà LA VOCE senza cominciare a fare calcoli del tipo “se ora occupo tutti i posti, poi arriva una bella voce e sono costretto a regalarla ai miei avversari”  o ancora “meglio se mi conservo qualche posto libero per l’ultima puntata, non si sa mai” o addirittura “tengo la squadra ancora vuota, posso girarmi solo per dar fastidio ai miei compagni coach ed eventualmente fregarmi questo cantante”. Tutte “tattiche” che fanno male allo scopo del programma che è soltanto quello di individuare LA VOCE.

Ma che cos’è questa voce che cercano. La voce non è altro che uno strumento, un mezzo che ci viene donato e che però bisogna essere in grado di “suonare” correttamente. C’è chi ha un ottimo strumento ma non è capace di usarlo bene, come un pianista che a casa ha un pianoforte da decine di migliaia di euro ma che non è capace di sfruttarlo pienamente. Per sfruttare bene la voce c’è quindi bisogno di studio, di talento, di capacità di apprendimento, ma non solo. Ci vuole naturalmente una grande emotività, una notevole capacità di emozionare e una forte personalità. E’ quindi un perfetto mix di dono ricevuto dal Signore, studio e aspetto personale.

Eccoci alla terza puntata che è stata l’apoteosi dell’ovvio: voci banali, niente di eccezionale da sottolineare, bravi esecutori, ma niente (o quasi) che valesse la pena di salvare. Ma nonostante questo i giudici si sono dati battaglia per accaparrarsi questi pseudo-talenti. Per quale motivo? Per disturbarsi a vicenda? Per fare show? Prima si girano con la loro sedia ruotante e poi dicono “non sei una voce particolare, però ti voglio in squadra”. E allora è cambiato il programma? Non siamo più a The Voice? Se non ha una voce particolare, allora cosa ti giri a fare? Perchè illudere delle persone per poi scaricarle alla prima occasione?

C’è qualcosa che non va non nel meccanismo che di per sè è innovativo e particolare, ma nella volontà di fare show tipico della TV italiana…

Non dimentichiamo il nome del programma: THE VOICE…alla prossima…[banner]