Cristina, una suora a The Voice

the-voice-2-suor-cristina-the-voice-2Nella seconda puntata il pubblico del talent show di rai2, ha potuto assistere ad una performance fuori dall’ordinario. Sul palco di The Voice arriva Cristina, una ragazza 25enne siciliana, che ha una particolarità: è una suora.

 

 

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Sin dalle prime note, il pubblico dimostra un grande apprezzamento e i 4 giudici (girati di spalle in modo da poter ascoltare e giudicare solo “la voce”), non comprendono tutto questo slancio e questo entusiasmo. Il primo a girarsi è J-Ax, quasi in contemporanea con Noemi, e la loro reazione è di stupore puro: suor Cristina balla e canta come una forsennata sul palco. La reazione di Raffaella Carrà è ancora più stupefatta e dimostra di essere in confusione totale. Infatti la sua prima domanda è “ma sei una suora vera?!? E cosa ti ha spinto a venire a The Voice?!?”. Unica la risposta di suor Cristina “ho un dono, ve lo dono”.

Ecco il video della performance e delle reazioni dei giudici:

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TheVoice: Le battaglie

[banner size=”120X600″]Si è conclusa la prima puntata delle Battle di TheVoice of Italy, il nuovo format in onda su rai2 che cerca “LA VOCE” italiana.
Non ci credevo molto in questa formula, ma almeno ieri sera mi sono dovuto ricredere: è stata una puntata affascinante e interessante per due aspetti:

  1.  Le “battaglie” tra i cantanti: dopo la prima fase si sono composte le squadre dei 4 coach con 16 elementi per ogni formazione. Nella seconda fase cominciata ieri sera le “battle” i cantanti di ogni squadra si sono scontrati a coppie sul ring di The Voice in un vero e proprio duetto. All’inizio c’è stata qualche brutta esibizione di troppo: voci sguaiate, urla ai confini dell’umano, la ricerca di artifici artistici non alla portata di chi cantava. Poi verso la sesta-settima “battaglia” i cantanti hanno cominciato a “calmarsi” e ho assistito finalmente a bei duetti. Ottima la scelta delle canzoni (e vista la caratura dei coach almeno su questo non c’era dubbio), ottime le scelte artistiche nei duetti soprattutto per Riccardo Cocciante, meno per Raffaella Carrà e Noemi, abbastanza bene per Piero Pelù. In alcuni duetti della formazione di Cocciante ho ascoltato l’eleganza, la sensibilità tipiche dell’artista nonchè naturalmente delle bellissime armonie vocali, a denotare che come si dice in questi casi, la classe non è acqua. Mi aspettavo qualcosa di più e di meglio dalla formazione di Noemi, che a mio parere è la più forte vocalmente ma che non è stata ancora sfruttata a pieno.
  2. Le prove in sala con i coach: questa è stata la parte più bella per me di tutta la puntata, assistere alle prove dei concorrenti in gara con i rispettivi coach. Mi è piaciuto perchè siamo un pò tornati agli inizi dei talent musicali, nei quali il cuore del programma erano le lezioni degli giovani artisti alle prese con maestri d’eccezione. E per me è stato molto interessante (parlo soprattutto da maestro più che da semplice telespettatore) assistere a semplici spiegazioni di coach come Checco dei Modà, Mario Biondi, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Gianni Morandi e soprattutto Riccardo Cocciante. Quest’ultimo mi ha ancor di più stupito perchè, mentre gli altri coach (Raffaella, Piero e Noemi) si sono limitati ad ascoltare i propri ragazzi cercando soprattutto di parlare di come si sta sul palco e le emozioni da trasmettere, il caro Riccardo ha fatto delle vere e proprie lezioni di tecnica vocale e musicale ai suoi allievi, da vero maestro. Poi sono rimasto totalmente affascinato quando ha parlato di “note blu” ovvero le note tipiche del blues e che sono note “sbagliate” perchè non appartengono alla giusta melodia, anzi sono note “calanti” (per chi se ne intende un pò di canto) ma proprio per questa loro caratteristica creano un effetto sonoro nostalgico, particolare, a tratti agghiacciante. Chi se lo sarebbe mai aspettato di sentir parlare di “note blu” in un programma tv?

Altrettanto affascinante è stato sentire Mario Biondi che cercava di correggere le note basse dei giovani concorrenti, o Gianni Morandi che aggiustava “il fiato” di una cantante.

Insomma per me la puntata di ieri sera è stata molto interessante per determinati aspetti e di meno per altri. Il talento non è ovunque uno si giri, quindi per trovarlo bisogna sudare parecchio, ma almeno ieri qualcosa di interessante si è ascoltato.

Allora ci aggiorniamo alla prossima puntata…

The Voice, show o talent o cos’altro?

[banner size=”120X600″]Dopo la terza puntata del nuovo format di Rai2, The Voice of Italy, eccomi qui ad analizzare un pochino la situazione attuale del programma e del suo andamento.

Innanzitutto cos’è The Voice of Italy: un format ormai super utilizzato in tutto il mondo che prevede di individuare LA VOCE più bella del panorama nazionale (tra quelle che si presentano ai provini). In che modo?!? Ascoltandole semplicemente dando le spalle ai cantanti in modo da concentrarsi soltanto sulla loro voce.

Ma vediamo un pò a cosa è successo in queste 3 puntate: grande novità, tanta suspence, notevole emotività per il format del programma…ma, la voce?!?

Beh la puntata di ieri sera è stata secondo me emblematica sulla qualità delle scelte dei giudici. Entriamo più nello specifico:

Nel corso delle prime 2 puntate, la novità è sembrata interessante, i giudici (Noemi, Piero Pelù, Riccardo Cocciante, Raffaella Carrà) erano realmente attenti alla voce, e qualcosa di interessante si è ascoltato. Già dalla seconda puntata è cominciato a presentarsi uno strano fenomeno: il ritorno delle meteore. Mi spiego: difronte ai 4 coach si sono presentati alcuni cantanti che hanno fatto poca fortuna in altri talent (Amici soprattutto) o addirittura cantanti provenienti dai musical di Riccardo Cocciante. Intendiamoci, qualcuno di loro avrà anche una bella voce, ma la minestrina riscaldata non fa mai bene.

Secondo fattore poco incoraggiante: dopo le prime 2 puntate, le squadre dei giudici hanno cominciato a riempirsi di cantanti e ognuna ne può avere 16. Ma se dopo 2 puntate una squadra ha già 13-14 elementi, come posso scegliere in libertà LA VOCE senza cominciare a fare calcoli del tipo “se ora occupo tutti i posti, poi arriva una bella voce e sono costretto a regalarla ai miei avversari”  o ancora “meglio se mi conservo qualche posto libero per l’ultima puntata, non si sa mai” o addirittura “tengo la squadra ancora vuota, posso girarmi solo per dar fastidio ai miei compagni coach ed eventualmente fregarmi questo cantante”. Tutte “tattiche” che fanno male allo scopo del programma che è soltanto quello di individuare LA VOCE.

Ma che cos’è questa voce che cercano. La voce non è altro che uno strumento, un mezzo che ci viene donato e che però bisogna essere in grado di “suonare” correttamente. C’è chi ha un ottimo strumento ma non è capace di usarlo bene, come un pianista che a casa ha un pianoforte da decine di migliaia di euro ma che non è capace di sfruttarlo pienamente. Per sfruttare bene la voce c’è quindi bisogno di studio, di talento, di capacità di apprendimento, ma non solo. Ci vuole naturalmente una grande emotività, una notevole capacità di emozionare e una forte personalità. E’ quindi un perfetto mix di dono ricevuto dal Signore, studio e aspetto personale.

Eccoci alla terza puntata che è stata l’apoteosi dell’ovvio: voci banali, niente di eccezionale da sottolineare, bravi esecutori, ma niente (o quasi) che valesse la pena di salvare. Ma nonostante questo i giudici si sono dati battaglia per accaparrarsi questi pseudo-talenti. Per quale motivo? Per disturbarsi a vicenda? Per fare show? Prima si girano con la loro sedia ruotante e poi dicono “non sei una voce particolare, però ti voglio in squadra”. E allora è cambiato il programma? Non siamo più a The Voice? Se non ha una voce particolare, allora cosa ti giri a fare? Perchè illudere delle persone per poi scaricarle alla prima occasione?

C’è qualcosa che non va non nel meccanismo che di per sè è innovativo e particolare, ma nella volontà di fare show tipico della TV italiana…

Non dimentichiamo il nome del programma: THE VOICE…alla prossima…[banner]