A volte immagino come sarebbe stato, per me, studiare il pianoforte oggi, da ragazzo di questa generazione di “piccoli comunicatori” e l’unica conclusione che mi viene è: non lo avrei studiato. Il pianoforte, come tutti gli strumenti musicali, richiede impegno, concentrazione, forza di volontà, carattere e dedizione. Come avrei fatto ad impegnarmi se il mio amico del cuore mi inviava messaggi su whatsapp per raccontarmi del nuovo videogame. Come avrei fatto a concentrarmi se i miei amici su facebook condividevano continuamente foto e notizie simpatiche e divertenti. Come avrei rafforzato la mia volontà, il mio carattere e la mia dedizione se da un lato ho uno strumento musicale e dall’altro uno smartphone?!?
Forse non ci si rende davvero conto di quanto sia importante formare i ragazzi oggi, di quanto sia necessario donare ai bambini e ai ragazzi uno spirito libero e forte, di quanto sia difficile convivere in una società dove per farsi largo bisogna essere decisi, convinti e preparati, di quanto sia basilare avvicinare i bambini a relazioni fatte di sincerità, emozioni vere, far ragionare con il cuore e creare e vivere sentimenti forti.
Non basta soltanto la scuola a formare delle generazioni che sappiano portare avanti il mondo in modo coscienzioso, forte e vivo, non basta solo la formazione scolastica a racchiudere in un bambino la conoscenza, non basta solo l’insegnante di scuola a fare accrescere la volontà e l’impegno. La musica e l’arte in genere, aiuta in questo, anzi è fondamentale per lo sviluppo mentale del bambino. Non sono il primo che parla degli effetti benevoli della musica sulla mente delle persone e non sarò neanche l’ultimo, ma anno dopo anno, sempre di più, si nota questo distacco: la superficialità umana ritiene che si possa rinunciare all’arte, alla musica. Allora a cosa serve regalare uno smartphone ad un bambino o ad un ragazzo se poi questo bambino non sarà in grado di esprimere un pensiero che sia realmente suo, se questo ragazzo non avrà alcun desiderio se non quello di fotografarsi e attirare l’attenzione delle persone in modi spesso pericolosi, se questo membro della società non riuscirà a costruire nella sua mente e nella sua vita un futuro all’altezza dei propri sogni e delle proprie aspettative. Tutto questo non potrà accadere proprio perché questo bambino non avrà lo stimolo di costruire questi sogni e le sue uniche ed essenziali aspettative saranno racchiuse in quella scatoletta.
Allora regalate uno strumento musicale ai vostri figli, regalate un pennello, una scatola di colori, una confezione di Lego o dei puzzle: regalate giochi veri che facciano crescere la curiosità.
Non rinchiudeteli in una scatoletta perché avranno il tempo di usarla, di diventare tecnologici, di entrare nel mondo della comunicazione globale, ma quando avranno formato un loro carattere, quando si saranno fatti delle idee proprie e avranno la forza di portarle avanti anche se tutti i loro amici pensano il contrario.
Regalate uno strumento musicale ai bambini, affinché formino la loro sensibilità verso il bello, affinché riescano ad entrare nel mondo a modo loro e non in un modo precostituito, affinché riescano a comprendere che l’impegno e la volontà non sono una perdita di tempo, ma una scala verso un futuro migliore, affinché imparino che sognare non è una perdita di tempo, ma un modo per diventar grandi.
Questo ha insegnato a me suonare il pianoforte: mi ha insegnato a crescere come persona, a sviluppare la fantasia, ad essere sensibile ed aprire il cuore, a non aver paura del giudizio altrui, ad ottenere con forza ciò desidero e a sognare sempre come un bambino.
Regaliamo uno strumento musicale ai bambino, non uno smartphone…
La ringrazio infinitamente per queste belle parole che mi danno la forza di perseverare nell’educazione musicale delle mie figlie, anche quando tanti mi spingerebbero a lasciar perdere. Credo fermamente che la musica possa offrire loro un modo migliore di vedere il mondo che le circonda.
Gran bell’articolo, bellissimo il contenuto. Lo condivido, e non solo su facebook. lo condivido con il cuore e con la mente. Troppa tecnologia fin da piccoli e poca educazione alle emozioni. E’ difficile, ma ce la metteremo tutta 🙂
Grazie di cuore 🙂
La mia infanzia l’ho vissuta senza smartphone e con i telefoni a gettone, chiesi a mai madre di imparare a suonare il pianoforte. Non servì a nulla, alla seconda lezione capii che non era per me, provai danza ma poi abbandonai, provai pallavolo ma mi faceva schifo, provai decine di cose per capire che alla fine a me piaceva leggere e disegnare.
Non ho avuto influenze, mia madre non disegna e odia leggere, io in seconda elementare prima di andare a dormire leggevo da sola sempre un libro di favole.
(mentre mia madre dormiva beatamente)
Certe cose vengono fuori con o senza smartphone, se hai la passione vera non hai bisogno di tutori, se non sei capace di “regolarti” da solo fin da bambino non ne sarai capace nemmeno a 40 anni.
La forza di volontà o ce l’hai o non ce l’hai, questa viene fuori solo davanti a certi obiettivi.
Non parliamo “la musica è meglio di uno smartphone”, perché i ragazzi che oggi vengono pagati profumatamente per costruire gran parte della tecnologia che utilizziamo son quelli che passavano interi pomeriggi a smontare un computer anziché a giocare a pallone o a lezione di musica.
Quello che può essere un problema è vivere una vita senza stimoli e senza obiettivi, ma non è colpa del mezzo, è colpa della società in cui viviamo.
Buongiorno, possiamo pubblicare questo post su Ellin Selae, la nostra rivista letteraria (vera, cartacea) che pubblichiamo da 25 anni?
Grazie!
Michela
http://www.ellinselae.org
Non può che essere un onore per me.
Grazie per l’attenzione.
L’unica richiesta, qualora fosse possibile, di inserire il link dell’articolo sul mio blog.
Grazie ancora e a disposizione