The Voice of Italy – The end…

Ieri sera si è conclusa la prima edizione di TheVoice of Italy ed è stato indubbiamente un grande successo mediatico.
Nell’era della TV 2.0, la truppa di The Voice of Italy è stata brava ad utilizzare tutti i mezzi a propria disposizione: Twitter, Facebook, Youtube e chi più ne ha più ne metta. E’ stata quindi una trasmissione a tutto tondo, che non ha tralasciato nessun canale di comunicazione.
Ma qual’era lo scopo di questo talent/non talent?!? TROVARE LA VOCE PIU’ BELLA ITALIANA.
Il programma è riuscito in questo scopo?!? Beh ragioniamoci un pò su…

Partiamo innanzitutto dai 4 “coach” a cui era destinato il compito “artistico” di scovare LA VOCE:

  1.  Noemi: lei la più avvezza ai talent e quindi forse il coach dal quale ci si aspettava di più, ha tradito un pò le aspettative. Dopo le “blind” (fase di scelta dei cantanti al buio), aveva indubbiamente la squadra più forte, ma forse si è dimostrata un pò troppo timida e impacciata difronte agli altri compagni di viaggio (ed è anche comprensibile) e non è riuscita a valorizzare a dovere ciò che era stata capace di costruire nella prima fase. Infatti è arrivata alla finale, secondo me, non con la migliore voce che aveva in squadra. PECCATO. Voto 6+
  2. Riccardo Cocciante: il vero mattatore del programma, la scoperta più innovativa e “strana” di questa edizione. Ha saputo conquistare il pubblico con la sua generosità, la sua classe, la sua indubbia conoscenza artistica, ma soprattutto con la sua intelligenza. Si, intelligenza, perchè non basta essere dei grandi artisti, bisogna “saperci fare” in questo campo, e lui da navigato frequentatore di palchi ci sa fare eccome e ha usato tutto il suo carisma e tutta la sua conoscenza per affascinare il pubblico e i giovani artisti in gara. Sempre deciso e puntuale nelle sue scelte, volte non a far piacere al pubblico, ma alla musica. UNICO. Voto 9
  3. Raffaella Carrà: Classe da vendere, energia e gioia da far invidia ai giovani in gara. L’artista più completa dei 4 coach: TV, musica, carisma ed energia pura. E’ stata sufficientemente brava nel gestire la sua squadra, ma anche per lei, forse il miglior talento l’ha perso per strada. Infatti la truppa di maschietti della sua squadra erano probabilmente più “bravi” rispetto alla finalista. COMPITINO SVOLTO. Voto 7-
  4. Piero Pelù: l’anima rock e tosta del programma, lo spirito che mancava agli altri 4 coach, quella punta di irriverenza e quel tocco di pepe che ci voleva. Ha svolto più che egregiamente il suo compito di coach, e non solo: ha cantato, ha guidato la sua squadra, ha portato avanti in modo soffuso, ma deciso, il cantante che più si avvicinava al suo modo di far musica. STRATEGA. Voto 7.5

Ora veniamo ai talenti in gara, anche se per parecchi di loro si trattava di artisti avvezzi ai palcoscenici (cantanti di musical, giovani artisti emergenti). Il talento c’era e si è visto: dei giovani artisti che sono riusciti a dominare un programma così complesso e alla prima edizione, niente di più complicato e difficile da gestire, quindi indubbiamente bravi, ma è mancato qualcosa. A mio parere è mancato quel talento puro, quella voce unica che ti faceva rimanere a bocca aperta, che ti emozionava, che ti faceva venire la pelle d’oca. Tanti buoni elementi ma non LA VOCE che il programma chiedeva di cercare.

Il programma: ben gestito dagli autori, che hanno cavalcato bene l’onda del successo mediatico, ma che alla lunga ha fatto scomparire e dimenticare il vero compito del programma stesso. Bello il format della prima fase: l’ascolto al buio. Ma poi questo ha lasciato comunque lo spazio alla fotogenicità dell’artista, alla sua capacità di stare sul palco, al suo carisma, intendiamoci tutte caratteristiche che deve avere un artista completo, ma il “compito” del programma era scegliere LA VOCE non l’artista. Forse c’è qualcosa da rivalutare e rivedere in questo senso.

La vincitrice: Elhaida Dani, ragazza di origini albanesi, vincitrice di un altro talent nel suo paese nel 2009, una ragazza semplice, elegante, con una voce limpida e precisa, con un’ottima emotività e una buona padronanza del mezzo vocale. Insomma perfetta per il suo coach Riccardo Cocciante, che l’ha guidata in modo egregio, facendole cantare sia pezzi nelle sue corde, che sperimentando nuove cose. Insomma un mix perfetto che ha portato i risultati sperati. Il suo inedito “When love calls your name” è sicuramente il più bello (forse alla pari con l’inedito del secondo classificato Timothy Cavicchini “Fuoco”), anche se avrei qualcosa da ri-dire sulla scelta di un inedito in inglese in un programma che si chiama The Voice OF ITALY.Comunque tra i finalisti era indubbiamente la più preparata. BRAVA. Voto 7.5 Anche Timothy Cavicchini, il secondo classificato, è un buon talento, un ragazzo con una voce graffiante, energica, potente, che però si è troppo “pieropeluizzato” nel corso del programma. Anche l’inedito, infatti, “Fuoco”, sembra un pezzo di Piero Pelù, cucito su misura per il suo coach, e anche la sua esibizione vocale, è molto “imitativa”. LEONE. Voto 7-

Voto finale al programma 7 pieno…

Comments are closed.