Fantasma, il nuovo album dei Baustelle

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L’hanno preannunciato, con le dieci puntate del format radiofonico Storie di fantasmi, andato in onda su RaiRadio2: i Baustelle, gruppo pop rock italiano, tornano negli hi-fi dei loro fan con Fantasma, uscito il 29 gennaio.

A poco più di un mese di distanza dall’ultimo singolo, La Morte (non esiste più), il gruppo originario di Montepulciano propone 19 tracce registrate nella Fortezza Medicea e in Polonia, a Breslavia: e proprio nell’est europeo Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini hanno inserito gli interventi della Film Harmony Orchestra, andando dunque a completare le loro fatiche con arie e intenzioni tipiche di un film Horror.
L’album si compone di 19 tracce, di cui 6 strumentali e 13 canzoni.

Si tratta di un concept album dedicato al tema del tempo. Il Fantasma del titolo, infatti, come affermato da Francesco Bianconi in un’intervista, “sintetizza la nostra idea di tempo: è il passato che appare nel presente. Ma oggi anche il futuro è un fantasma, non ha contorni definiti che avrebbe avuto 25 anni fa. La parola fantasma evoca infinite suggestioni, da Edgar Allan Poe al Canto di Natale di Dickens, passando per la grafica della copertina, che si rifà ai film horror di quarant’anni fa. Ma il solo fantasma di cui avere paura è dentro di noi”. Altri temi trattati sono l’amore, l’assenza, la morte, la spiritualità e i temi sociali in generale.

L’album è sicuramente frutto della continua crescita artistica del gruppo che con pochi significativi cambiamenti riesce sempre a “sconvolgere” l’ascoltatore con fusioni di stili, generi e strumenti. Al primo ascolto può risultare di difficile comprensione, ma è un grande prodotto artistico, per la difficoltà dei testi, per la cura nei dettagli musicali e per l’attenzione ad ogni aspetto tecnico-artistico del brano. Ancora una volta il gruppo riesce a stupire, ad essere geniale, nuovo ed innovativo, a incuriosire l’ascoltatore che non vede l’ora di passare anche al brano successivo.

Potremmo dire tutto nuovo, ma allo stesso tempo tutto “classico” per il loro genere, questa è la loro grande capacità: crescere con il passare del tempo e modificare il proprio stile senza snaturarlo. E’ proprio questo che mi affascina molto di loro, la capacità di essere se stessi, di credere nella propria musica, nelle proprie idee e spiegarle a proprio modo, che all’inizio può risultare di difficile comprensione, ma che è sempre così chiaro ed essenziale.

Allora vi consiglio di ascoltarlo tutto d’un fiato come ho fatto io.

Voto 5 stelle su 5

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