Cose che nessuno sa – Alessandro D’Avenia, la recensione

[banner]Margherita è un’adolescente come tante, piena di sogni, di incertezze. Queste si manifestano soprattutto quando sta per varcare la soglia del liceo, un passo che per i suoi 14 anni è un salto nel buio, o un viaggio funambolico su un filo invisibile sospeso nel vuoto. Tutto ciò si amplifica quando la sua roccia, la sua ancora, semplicemente suo padre, scompare dalla sua vita senza una spiegazione e senza una motivazione. Si ritrova così ad affrontare da sola un mondo che non capisce, che non sa rispondere alle sue domande, che non riesce a trasformare il suo dolore in qualcosa di comprensibile.

Nello spietato mondo del liceo, Margherita scopre la semplice gioia di vivere di Marta e della sua famiglia, i sogni e il “parlare strano” del professore di italiano e latino, che non si occupa di noiose lezioni, ma che li trasporta ogni giorno in mondi nuovi che, non si sa per quale motivo, sembrano raccontare le ansie e i dolori della piccola Margherita.

E poi c’è la nonna Teresa, donna dalla fede incrollabile e dalla straordinaria visione della vita, che più della mamma Eleonora, riesce ad essere una guida per Margherita, la salvezza per lei e per il fratellino piccolo Andrea.

Infine c’è lui, l’amore, che si chiama Giulio. Margherita e l’amore si incontrano senza parlare, senza capire, senza sapere, ma si incontrano e non si separano più. Non conoscono neanche i rispettivi nomi, ma sanno di essere l’amore e si aspettano. Giulio è il ragazzaccio della situazione, arrabbiato con il mondo intero per essere stato abbandonato dai genitori, per essere cresciuto in una casa-famiglia, per non avere nulla di cui ringraziare Dio, o almeno questo è quello che crede. Perchè nel silenzio dei suoi gesti, nel dolore del suo vivere quotidiano c’è Filippo, che non sa dare delle risposte alle sue domande, ma che lo ascolta, non lo illude, non lo trasporta in una finta gioia, ma lo invita a credere in se stesso.

E come nella storia di Telemaco che leggono in classe, Margherita parte alla ricerca del suo Ulisse: il padre che è andato via senza una spiegazione. In questo viaggio fatto di coraggio, di affanni, di dubbi, di dolore, di sofferenza ma di tanto amore, Margherita crea il suo miracolo, diventa artefice della sua vita e di quella delle persone a lei care.

Il finale è misterioso e inaspettato e lo lascio alla gioia dei lettori che possono divorare questo libro tutto d’un fiato, perchè, come dice nonna Teresa, bisogna saper vedere nelle cose per capirne la profondità, i sentimenti che le governano, le gioie e gli affanni che le hanno generato.

Buona lettura a tutti…

Questo libro merita 3 stelle su 5[banner]

Bianca come il latte, rossa come il sangue

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Leo è un sedicenne di buona famiglia, appassionato di calcio, delle chiacchiere tra amici, delle belle ragazze…

Il suo migliore amico Niko è anche suo grande compagno di calcetto nel torneo della scuola e la sua amica Silvia è come una sorella per lui.

Come molti suoi coetanei, per Leo la scuola è un supplizio, una sofferenza, qualcosa di cui farebbe volentieri a meno, perchè piena di quei professori che secondo lui, nel mondo esterno non hanno una vita e il cui compito è soltanto quello di bastonare, interrogare e mettere voti. Credeva in questo almeno finchè non arriva un nuovo supplente, il Sognatore come lo chiama lui, perchè sembra veramente credere in quello che spiega, e non lo fa nei consueti modi ortodossi, ma estrapolando degli insegnamenti di vita nei freddi libri scolastici.

Leo convive con il terrore per il bianco, che per lui è il colore dell’assenza, del niente, del vuoto. A questo si contrappone il rosso, il colore dei capelli della ragazza che crede di amare: Beatrice. Quindi per lui il rosso è il colore dell’amore, anche se con Beatrice non ci ha mai parlato: la osserva da lontano, ammira i suoi bellissimi capelli rossi, e poi corre da Silvia a parlarne.

Il bianco e il rosso si intrecciano con la vita di Beatrice che si scopre malata e la sua malattia ha a che fare con il bianco che tanto spaventa Leo. Per il sedicenne tutto si accomuna al bianco e al rosso.

Tra continue vicissitudini e inconvenienti, l’anno di Leo si dimostra più lungo e difficile del previsto. Tra il Sognatore che lo invita a credere nei suoi sogni, a cercarli e realizzarli,Niko che spesso non lo comprende, Silvia che gli nasconde piccoli/grandi segreti, Beatrice che lotta con tutte le sue forze tra la vita e la morte, un professore di religione che lo mette sempre in difficoltà con le sue frasi su Dio, Leo si vede costretto a crescere, a creare un rapporto inaspettato con il padre, a vivere per i suoi sogni.

Il romanzo d’esordio di D’Avenia, mi ha colpito per la spontaneità, la scorrevolezza e la genuinità del linguaggio. Niente di pesante, duro, bacchettone e solito, ma un linguaggio fresco e giovanile capace di attirare sia gli adolescenti che i più grandicelli. Un romanzo di sentimenti, cuore, sogni, difficoltà e momenti critici, che riempiono la vita quotidiana.

Il Sognatore parla un pò a tutti noi e non solo a Leo, invita a essere e realizzare il proprio sogno, a cercarlo se non si sa ancora qual è e a credere anche in qualcosa che non è realmente tangibile.

Inoltre è strano trovare in un libro per ragazzi la figura di Dio, che non è molto apprezzata da Leo, spesso è un Dio lontano e che viene chiamato in causa nei momenti di sofferenza, ma c’è, perchè questo è un vero libro dell’amore: l’amore verso la famiglia, gli amici, la vita e finalmente anche verso una ragazza.

Vi consiglio quindi di leggerlo tutto d’un fiato…

Voto 4 stelle su 5

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