I piccoli musicisti, secondo gli scienziati, risultano mentalmente più flessibili: hanno una maggiore tendenza a fare scelte tra più opzioni invece che attenersi alla scelta consueta nelle funzioni pratiche.
Un dato che era già stato evidenziato in studi precedenti che però non avevano chiarito se questa caratteristica fosse legata all’estrazione sociale, quasi sempre più elevata dei giovani musicisti, o alla pratica delle sette note. In questo caso, invece, valutando i bambini anche attraverso test psicometrici, considerando il quoziente intellettivo e l’ambiente socioeconomico di provenienza, è stato dimostrato che la maggiore flessibilità mentale rimane nei bimbi che studiano musica.
Inoltre i ricercatori, utilizzando la risonanza magnetica funzionale, hanno evidenziato una maggiore attività delle aree prefrontali del cervello implicate nelle funzioni esecutive. Queste ultime sono molto complesse e numerose ma secondo lo studio, la musica ne migliora due in particolare: la flessibilità mentale e la capacità di aggiornare la memoria di lavoro con nuove informazioni .
Fonte [La Stampa]