Milady scomparve nel mare, la recensione del libro di Alfredo Citro

Milady-scomparve-1-691x1024Questa che state per leggere può non sembrare la classica recensione di un libro e mi perdonerete se sarà così. Il punto di partenza è molto più ampio e “particolare” per vari motivi.

Dopo aver letto il libro (tutto d’un fiato in un’ora o poco più), mi interrogavo sul modo di parlare di questo romanzo. Sapete, io Alfredo Citro lo conosco personalmente e ci capita di scambiare una chiacchiera, di ridere e scherzare su una sciocchezza o di parlare più seriamente di qualcosa e il parlare del suo libro potrebbe essere facile, se ne descrivessi i pregi e non i difetti, o molto difficile, se volessi criticarlo solamente.

Alla fine sono giunto alla conclusione: vi parlerò di questo libro, di ciò che mi ha raccontato, di quello che mi ha lasciato, di quanto ha suscitato in me leggerlo, con semplicità, autenticità e rispetto verso l’amico Alfredo, ma soprattutto verso lo scrittore Alfredo.

DSC_6064-518x330Già, scrittore… Perchè Alfredo Citro è un ragazzo che si rifugia nella scrittura per scappare dal “carcere della realtà“, che ama raccontare se stesso e il mondo che lo circonda, usando delle parole, spesso articolate e ricercate, ma pur sempre parole, che nel leggerle rappresentano lui e il suo vissuto.

Bene, ora è il momento fatidico… Milady scomparve nel mare, il suo romanzo d’esordio.

Vi ho già detto di averlo letto tutto d’un fiato e vi racconto perchè…

Anno Domini 1307. Un borgo malfamato. Un viaggio che conduce sino alla Britannia. Un castello enorme e misterioso. Una manciata di personaggi per una storia che affascina e si lascia sedurre dalla corrente travolgente degli accadimenti narrati. Una morte improvvisa ed inspiegabile. Il protagonista e voce narrante ci racconta gli eventi di questa affascinante vicenda dal finale straordinario e sorprendente.

Fin qui mi direste “tutto normale“, e l’inizio forse lo è… Già, ma solo l’inizio… Per raccontare questo libro mi permetto di azzardare una similitudine: pagina dopo pagina ho sentito crescere in me la curiosità di continuare a leggere. L’inizio forse è stato un pò lento e poco attraente per il me lettore, ma pagina dopo pagina, la storia si evolveva, in modo esponenziale, con nuovi ingressi, nuove emozioni, nuovi fatti che capovolgevano e rivoltavano il racconto come un calzino, facendo uscir fuori nuovi retroscena insospettabili fino alla pagina precedente. E allora qual è questa similitudine?!?

Avete presente l’aria di Puccini “Nessun dorma“??? Celeberrima è l’interpretazione del compianto Pavarotti che canta “Vincerò” ripetendo quest’unica parola 3 volte ma aumentando l’enfasi, la forza e il vigore di questa espressione. Beh il romanzo è cresciuto pagina dopo pagina allo stesso modo, aumentando parola dopo parola la sua forza espressiva, il suo coraggio emotivo e il suo potere comunicativo, tutto concludendosi con una serie di inaspettati, quanto emozionanti colpi di scena e risvolti della storia.

Una cosa ho apprezzato molto di questo libro: la capacità di raccontare i protagonisti, di esprimere con poche parole i loro stati d’animo, la loro sofferenza e ancor di più, l’aria d’amore che si respira in tutto il libro. Secondo me è proprio questo il protagonista del romanzo, non un personaggio, ma questo sentimento: tutta la storia è fondata e guidata dall’amore, un sentimento che si evolve come la storia, che cresce, si modifica e cambia anche radicalmente, ma che resta sempre puro e vero.

Mi sembra di aver raccontato un pò tutto quello che avevo da dirvi, e spero di aver reso abbastanza l’idea delle sensazioni che mi ha lasciato questo breve e intenso libro, che in conclusione, consiglio a tutti voi di leggere.

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